Nothing, for example, is more difficult than to convince the merely general reader that the fact of sixes having been thrown twice in succession by a player at dice, is sufficient cause for betting the largest odds that sixes will not be thrown in the third attempt. A suggestion to this effect is usually rejected by the intellect at once. It does not appear that the two throws which have been completed, and which lie now absolutely in the Past, can have influence upon the throw which exists only in the Future. The chance for throwing sixes seems to be precisely as it was at any ordinary time- that is to say, subject only to the influence of the various other throws which may be made by the dice. And this is a reflection which appears so exceedingly obvious that attempts to controvert it are received more frequently with a derisive smile than with any thing like respectful attention.
Edgar Allan Poe, “The mistery of Marie Roget”, 1850
Traduzione a spanna: Niente ad esempio è più difficile che convincere il generico lettore che il fatto che un giocatore abbia ottenuto due volte di seguito un sei tirando un dado, è sufficiente per scommettere con ottime probabilità che il sei non uscirà una terza volta…
Nel 1850 il calcolo delle probabilità era conosciuto da pochi. La scarsa comprensione che evidentemente ne aveva Poe è quella che invece oggi si attribuirebbe al lettore generico, basta pensare ai numeri ritardatari del Lotto.
Geniale citazione! Anche se nel 1850 l’importantissimo saggio di Laplace sul calcolo delle probabilità, che fu per quasi un secolo il riferimento imprescindibile per tutte le questioni legate all’aleatorietà – quando finirono sulla scena matematica il logicismo di Russel e il soggettivismo – era già stato pubblicato da quarant’anni. Quindi ho dei dubbi sul fatto che al tempo di Poe i matematici o i fisici parteggiassero per le sue opinioni colte… 🙂
@Francesco:
Assolutamente d’accordo. Anche allora, certamente un matematico avrebbe colto l’errore, mentre Poe poteva risultare “avanti” rispetto al lettore medio che non era in grado di riconoscere lo strafalcione. Se vogliamo, possiamo provare un parallelo con alcuni “colti” di adesso che discutono di informatica, Internet e “virtuale” senza averne compreso le basi tecniche ma spesso con una certa presupponenza… magari fra qualche anno qualcuno li citerà allo stesso modo 😉