Dal Sole24Ore: «È la prima volta in 50 anni di politica di concorrenza Ue che la Commissione ha dovuto infliggere una multa per il non-rispetto di una decisione in materia di antitust», ha affermato il commissario alla Concorrenza Neelie Kroes. questo, e la freddezza con cui è stato accolto il recente annuncio di Microsoft su una maggiore apertura (sempre dal Sole24Ore: «Ogni mossa verso una genuina interoperabilità è benvenuta – è scritto in una nota – ma notiamo come l’annuncio di oggi segue almeno altri quattro annunci simili») permette di vedere sotto una luce diversa il “nuovo corso” di apertura ad una maggiore interoperabilità. Ma naturalmente questa e altre considerazioni che si potrebbero fare lasciano il tempo che trovano: Microsoft è stata condannata per abuso di posizione dominante, ha pagato le multe e sperabilmente (e necessariamente) adesso aprirà ad una maggiore interoperabilità. Capitolo chiuso? Certo che no: i danni di una decina di anni di abuso (il procedimento è iniziato in relazione a Windows 2000) non spariscono certo perché Microsoft ha sborsato un miliardo di euro. Come spesso succede, alla fine del procedimento i vantaggi e i danni rimangono più o meno gli stessi.
Quello che potrebbe realmente aiutare a rimediare ai danni sarebbe il reinvestimento dei soldi della multa in attività di sviluppo nei settori che sono stati danneggiati. Parlo di sviluppo, non di ricerca, perché quello che serve è ricostruire un mercato danneggiato, e non far avanzare i prodotti esistenti. E naturalmente, i vantaggi di questo sviluppo dovrebbero andare a vantaggio dell’intera collettività, che insieme alle ditte che sono fallite è quella che è stata danneggiata.
La conseguenza ovvia di questo ragionamento è abbastanza ovvia: l’Unione Europea dovrebbe investire quei soldi in progetti di sviluppo open source da parte di aziende europee; questo permetterebbe al mercato europeo dell’IT di avere una spinta formidabile sia sul mercato interno che come competenze da sfruttare per la concorrenza con l’estero, e”restituirebbe” ai cittadini e alle aziende europei parte di quanto è stato loro sottratto dalle pratiche illecite.
Naturalmente si tratta di una provocazione, ma come direbbe qualcuna, riparliamone 😉