Microsoft scopre il P2P?

Leggo con interesse questo post del blog di Intini. Premetto che questo post sarà un po’ polemico: non con Intini, e in buona parte neppure con Microsoft (ma con Micorsoft un po’ sì). La “notizia” è che Microsoft sta prendendo in considerazione il p2p come meccanismo di distribuzione delle patch. Che il p2p sia il modo tecnicamente più efficiente per distribuire file in modo asincrono (passatemi l’approssimazione) su Internet a molti nodi è cosa di cui molti sono convinti da tempo; in modo sincrono, il sistema più efficace è il multicast; in nessun caso il sistema più efficace è quello degli attuali serveroni, seppure distribuiti con Akamai e simili; i serveroni servono per soddisfare esigenze commerciali, non tecniche. Tecnicamente quindi c’è poco di interessante: le reti p2p hanno già dei meccanismi per selezionare in modo ottimale da quali nodi scaricare i frammenti, al più Microsoft avrà bisogno di usare delle ottimizzazioni adatte ai propri usi.

La notizia in realtà è che se Microsoft comincia ad utilizzare il p2p, di fatto il p2p smetterà di essere considerato da una serie di soggetti uno strumento da pirati. Non ha importanza il fatto che molte aziende utilizzino già da tempo il p2p come strumento legittimo per la distribuzione del proprio software (vedi ad esempio Mandriva), o che il fatto che Microsoft usi il p2p non ridurrà certo la distribuzione di materiale illecito (anzi, l’aumenterà, dato che in molti casi non sarà più possibile bloccare il traffico p2p). Improvvisamente, il p2p diventerà legittimo. Io chiederei a questi soggetti di non credere di essere illuminati quando si accorgeranno delle potenzialità del p2p, perché è da tempo che sono note; dovrebbero rendersi conto casomai di non esserlo per l’atteggiamento avuto sinora e per averlo cambiato in funzione delle scelte di un’azienda.

Per quanto riguarda Microsoft, si vedrà probabilmente un passaggio anch’esso interessante. Attualmente infatti, io non sono autorizzato a ridistribuire pubblicamente le patch di Microsoft. Ma a un certo punto mi verrà magari presentata una licenza (che  dovrò anche accettare) in cui dovrò autorizzare Microsoft a ridistribuire pubblicamente le patch attraverso la mia connessione… e no, non contribuirà ai costi della mia connettività, perché in fondo una migliore distribuzione delle patch conviene anche a me 😉 Chissà se allora il ministro di turno aggiungerà un acrobatico articolo alla normativa sul diritto d’autore per permettere al titolare dei diritti di distribuire attraverso il mio computer il software, (e in futuro i contenuti multimediali) e impedire contemporaneamente a me di fare lo stesso 😉

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