Articolo di Punto Informatico. Nonostante siano circondati “con annunci sulla scarsa sicurezza della rete” gli italiani usano molto il banking online. Su questo possiamo fare due considerazioni, anzi tre: ci metto anche quella che la notizia è positiva. La seconda è che evidentemente le frodi fatte attraverso questo canale sono ancora poche, o forse gli utenti di home banking sono in media più “evoluti” e quindi più difficili da intrappolare con phishing e virus (qualcuno sa se sono state fatte indagini in proposito?). Come sappiamo, il cittadino medio reagisce al rischio percepito, in questo caso quello che lo tocca più da vicino: gli annunci contano meno delle disgrazie che (non) sono capitate al vicino. Probabilmente continua ad essere più alto il numero di frodi tradizionali, ma questo non è un buon motivo per addormentarsi sul dato positivo: il malware è sempre più mirato, presto ci saranno le prime frodi con grossi numeri (come vittime e come importo) e se non vogliamo che il trend positivo dell’uso di Internet rallenti dobbiamo essere pronti a dare delle risposte adeguate, non possiamo arrivare a dovercele inventare sul momento. Mi riferisco ad esempio all’efficacia di alcuni strumenti usati dalle banche rispetto alla compromissione del pc o al man in the middle. Non necessariamente gli strumenti devono essere aggiornati adesso, ma è bene essere preparati. Ma prima di tutto, mi piacerebbe vedere sparire completamente le home page delle banche in http, anziché https, o usare almeno il sistema usato da Cartasì (e da tutti i maggiori siti di e-commerce), ovvero ridirigere il cliente su una pagina https (non frame) quando vuole operare sul proprio conto.
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Qui sopra il lago di Soraga, Val di Fassa (Trentino, Italia)
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