A quanto pare, in Svizzera hanno usato la quantum cryptography per proteggere le comunicazioni nella raccolta dei voti dai seggi. Il commento di Avi Rubin, che pure dichiara di essere un fan di questa tecnologia, è chiaramente che il problema del voto elettronico non è certo l’uso di tecniche sofisticate per proteggere le connessioni. Anche perché la riservatezza non è assolutamente un problema per queste comunicazioni, anzi. E per l’integrità basta una sana e semplice smart card, se il sistema su cui è utilizzata è corretto. I problemi veri sono quelli evidenziati nel post di Rubin: non solo la correttezza del software utilizzato, ma assicurarsi che il software non sia stato volutamente realizzato per manomettere il risultato. Come sempre, usare un meccanismo di sicurezza anche sofisticato non vuole dire avere reso sicuro il processo, bisogna usare il meccanismo giusto nel posto giusto e nel modo giusto per risolvere il giusto problema. In questo caso, dice Rubin, “they are using the wrong tool to solve the wrong problem in an inappropriate way”.
-
Qui sopra il lago di Soraga, Val di Fassa (Trentino, Italia)
Questo sito ospita pensieri e considerazioni personali, che possono o meno essere collegati alle mie competenze professionali. Per contatti professionali potete fare riferimento al mio profilo Linkedin o al sito di Partners4Innovation