Continuano le discussioni e le polemiche nate dalla pubblicazione di video di bullismo su YouTube, sulle conseguenti denunce e sulle recenti dichiarazioni del ministro Fioroni riportate fra l’altro da Punto Informatico. Chi sostiene che Google non abbia responsabilità ha come riferimento il D.L. 9 aprile 2003, n. 70, attuazione della direttiva 2000/31/CE. Agli art. da 14 a 17 affronta le esenzioni dalla responsabilità per mere conduit, hosting e sostanzialmente per i servizi di posta e news. Si ritiene da più parti che il servizio offerto da YouTube sia di hosting. Io non credo, dato che nei Terms of use di YouTube si legge chiaramente che YouTube acquisisce diritti molto ampi sul materiale pubblicato. Non sono un giurista, ma mi pare che tanto basti perché non sia semplicemente “memorizzazione di informazioni fornite da un destinatario del servizio” come indicato dall’art. 17 del D.L. citato.
Per inciso, non credo che un servizio come YouTube possa essere sottoposto a sorveglianza, al più lo si può chiudere. Quello che si può richiedere ragionevolmente è una tracciabilità degli autori, rendendoli responsabili di quello che pubblicano.
Trovo quindi molto preoccupanti le dichiarazioni del Ministro Fioroni, come riportate da Punto Informatico: “Dire che è complicato suona come una scusa. Io penso a porre il problema, saranno i tecnici a trovare la soluzione”, oppure “una costituzione per Internet è positiva, ma troppo complessa: io mi limito a proteggere i minori”. Come dire: non mi interessa capire, accontentatemi. E questo atteggiamento porta con facilità a soluzioni terribili. Già, ma tanto fra Internet e la carta stampata non c’è differenza.
Penso invece che una discussione come questa possa mettere in chiaro che i servizi di pubblicazione, in un contesto come Internet, devono essere resi analoghi al mere conduit, come fra l’altro ha sostanzialmente indicato una sentenza della Corte Suprema della California nei giorni scorsi. Dimostrando di avere, lei sì, capito di cosa sta parlando.
