Seguendo una serie di link, non ricordo da dove, sono arrivato su questo sito, maiupiugromozon. Il sito pubblica una blacklist di indrizzi IP in qualche modo riconducibili alla distribuzione di malware analoga a quella che ha colpito molti siti italiani alcuni giorni fa; non entro nel dettaglio del come e del perché proprio quegli indirizzi. Quello che mi interessa è la logica del servizio. Probabilmente ci sono arrivato tardi, ma tant’è. A prima vista sembra una normale black list, come ormai se ne usano tante. Eppure, c’era qualcosa che mi stonava. Poi ho capito cosa: mentre le black list di relay aperti, di indirizzi ip dinamici, di siti di pornografia o violenza, e simili, sono liste di siti “da evitare” eventualmente, ma non in sè illegali, questa è una black list di siti che volutamente infettano chi li contatta. Non c’è dubbio sull’intento malevolo di questi siti. Alcune considerazioni nascono spontanee. La prima è che un’altra facile previsione si avvera: i siti “trappola” cominciano ad essere diffusi, e in breve saranno la normalità. Questo vuole dire che per molti dovrà cambiare il modello delle minacce, particolarmente per quelli che hanno ritenuto finora che la necessità di coinvolgere un server malevolo fosse un “mitigating factor”. La seconda riguarda il fatto che sia anche solo possibile compilare una black list di questo tipo, ovvero che possa servire a qualcosa. Ci si potrebbe aspettare che siti di questo genere siano estremamente volatili, rapidamente chiusi man mano che vengono individuati. Invece evidentemente non è così. Probabilmente l’impunibilità è alta e la reattività nel chiuderli, almeno in alcuni paesi, è bassa. Un altro esempio di inefficacia sostanziale delle norme locali in un contesto globale. Tenendo conto di tutto questo, nonché dei recenti problemi dell’Estonia, mi chiedo se presto non potremo sentire nuovamente parlare di guerra di corsa (non in fretta, ma nel senso dei corsari), con un significato molto più realistico dell’abusato “pirateria informatica”…
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Qui sopra il lago di Soraga, Val di Fassa (Trentino, Italia)
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