Leggo su 01net la risposta che ha dato alle critiche il relatore di maggioranza del disegno di legge che elimina molti adempimenti per la protezione dei dati personali per le aziende fino a 15 persone. Non mi lascia perplesso il modo in cui liquida la questione (“adempimenti burocratici”), perché è il modo in cui purtroppo quasi tutti vedono le misure minime, e casomai mi avrebbe stupito una visione diversa. Purtroppo, è stato un interesse diffuso quello di ridurre le misure minime al DPS, anche perché molti consulenti improvvisati non erano certo in grado di affrontare altro che gli adempimenti burocratici. Quello che mi stupisce è la risposta alla domanda: “non era meglio semplificare anziché cancellare?”. “Per semplificarli si dia da fare l’authority” Sbaglio, o l’authority si deve attenere alla legge? Quindi, se prima non poteva semplificare (peraltro, le tabelle pubblicate erano certamente “semplificate”…), adesso era l’occasione di semplificare, ma la norma. Il problema era ‘sto DPS? Bastava togliere quello, dov’era la complicazione? Di fatto invece, e questo il relatore non sembrerebbe averlo chiaro, si sono tolti anche gli obblighi di misure tecnologiche, e questi erano tutt’altro che orpelli burocratici. Certo, per le aziende erano seccature anche quelle… Curiosa infine l’affermazione: “E poi a lei sembra che in Italia venga rispettata la privacy?”. Fra Internet, YouTube e intercettazioni “ormai la vita delle persone appare anche in atteggiamenti intimi”, come riportato sempre da 01net. Quindi per la tutela dei dati personali (non privacy) del cittadino a quanto pare ormai non c’è più niente da fare (!!!), tanto vale cancellare le norme. Per le intercettazioni invece vale ancora la pena di preoccuparsi…
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Qui sopra il lago di Soraga, Val di Fassa (Trentino, Italia)
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