Un articolo di Computerworld che mi lascia molto perplesso. Il laptop da 100$ utilizza un modello di sicurezza che non è quello “solito”, e che trovo molto interessante, come ho già avuto modo di scrivere. Naturalmente, come ogni modello, specialmente se nuovo (se poi si può dire che sia nuovo), ha i suoi potenziali problemi. Eppure, mi sembra che qui si sparga un po’ di FUD. Un rischio che viene paventato è che venga costruito un ambiente fortemente controllato, ad esempio dai governi… a parte che si potrebbe discutere se il rischio sia maggiore che con altri sistemi, viste le esperienze di alcuni paesi, non bisogna dimenticare che il laptop è destinato a bambini e ragazzi: probabilmente, per questi è preferibile un ambiente controllato, dato che non è l’età in cui si debba cercare su Internet (credo) chissà quale informazione “alternativa”. Naturalmente, da noi si dice il contrario: i nostri bambini quando usano Internet sono esposti ad un ambiente troppo poco controllato 😉 Trovo curioso poi che, insieme al rischio di un controllo eccessivo, si parli anche del rischio che “the devices could easily be turned into a 10 million-node botnet operation, or even have their cameras compromised by malware that helps aid in acts of international slavery and kidnapping”. Se questo è possibile, allora è difficile sostenere che le stesse tecniche non possano essere utilizzate per sfuggire ad un eventuale controllo. Un altro passaggio che trovo particolarmente curioso è questo: “Many of the recipients will be in developing regions of the world where the devices may be stolen from youngsters and where end users will have little concept of the dangers that exist in the computing world, critics said”. Come dire, non diamogli niente che sono ignoranti e se lo fanno portare via? Boh.
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Qui sopra il lago di Soraga, Val di Fassa (Trentino, Italia)
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