Skype e BIOS, atto secondo

Cosa ci poteva mai fare Skype con le informazioni prese dal BIOS? DRM, naturalmente. È interessante seguire la logica proposta da Skype, che è peraltro una logica molto comune. La pagina di Skype che tratta la cosa dice in sostanza:

  1. i dati sono utilizzati dal sistema di DRM di EasyBit
  2. non stiamo facendo niente di strano, i dati sono disponibili sul vostro computer a noi come a qualsiasi programma che ci giri sopra
  3. non vi preoccupate, noi non raccogliamo nessuno di questi dati

La prima considerazione da fare naturalmente, è che “noi non raccogliamo” non vuole dire “EasyBit non raccoglie”. EasyBits sembra produrre programmi per far usare i PC (e anche Skype) ai bambini. Skype dichiara che il suo programma non contiene Spyware, ma se il programma raccoglie e manda dati a EasyBits, seppure per gestire il DRM, rientra tranquillamente nella loro definizione di DRM. Comunque, l’ultima versione sembra non abbia più questo problema.

La seconda considerazione riguarda il fatto che, essendo i dati disponibili, non ci sia niente di strano ad accedervi. È normale che un programma acceda ai file necessari per poter svolgere le proprie funzioni (librerie, ecc),  ma le funzioni di Skype sono di comunicazione: il DRM è un “accessorio” sul quale la legittimità è meno ovvia, specialmente se non è dichiarato. Se è legittimo il DRM, allora perché non il marketing, ovvero la raccolta di ben altre informazioni? La questione è ovviamente accademica: l’adware è stato rifiutato dagli utenti e quindi adesso alcune aziende si fanno un vanto del non averne, ma è sempre utile che ci venga ricordato che per il resto, tutto quello che l’utente non rifiuta con decisione e che può essere vantaggioso (non mi riferisco a Skype in particolare) va bene.

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